Peccato. Del "libretto obbligatorio" percepiamo principalmente il lato fastidioso: un altro documento da fare, altri soldi da spendere, un tecnico abilitato da trovare (non è il caso dei clienti Clima Italia, per loro pensiamo a tutto noi).
Di fatto, però, il benedetto documento "sarebbe" uno degli strumenti utili per il percorso che la Comunità internazionale ha intrapreso a difesa dell'ambiente. Difficile da immaginare? Non stentiamo a crederlo.
CERCHIAMO DI CAPIRE
Nel 2002 i Paesi della Comunità europea sottoscrivevano una direttiva (2002/91/CE) sul rendimento energetico nell'edilizia, visto che (dati 2002) "l'energia impiegata nel settore residenziale e terziario, composto per la maggior parte di edifici, rappresenta oltre il 40% del consumo finale di energia della Comunità. Essendo in espansione, tali consumi - e di conseguenza le emissioni di biossido di carbonio - sono destinate ad aumentare."
Il documento, definendo una metodologia comune per tutti i Paesi membri, fissava una serie di obiettivi e direttive, come ad esempio: la certificazione energetica degli edifici, l'ispezione periodica delle caldaie e dei sistemi di condizionamento, etc., tutte attività finalizzate alla riduzione di consumi ed emissioni inquinanti. Gli stati membri fissavano al 4 gennaio 2006 la scadenza entro cui adottare , ognuno nel proprio Paese, disposizioni legislative e amministrative conformi alla direttiva comunitaria.
In Italia dobbiamo arrivare al 2013 con il DPR n. 74, per stabilire "i criteri generali in materia di esercizio, conduzione e controllo (...) degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici", da cui deriva, fra l'altro e passando per dispositivi nazionali e regionali, il nostro LIBRETTO DI IMPIANTO OBBLIGATORIO. Per questo ritardo, la Comunità europea ha avviato una "procedura di infrazione a carico della Repubblica italiana" nel 2006 e una richiesta di condanna nel 2012 per "attuazione incompleta e non conforme della direttiva 2002/91/CE." Ci facciamo sempre riconoscere.
...MORALE?
Beh, la morale è che, anche se in modo complicato - del resto la materia non è semplice - un "fastidio" come il libretto d'impianto può essere utile all'ambiente, come strumento di monitoraggio e controllo di apparecchi a consumo energetico (ricordiamo i black out nelle torride estati per i picchi di consumo).
Auguriamoci che tutto il meccanismo funzioni e che viaggi senza intoppi verso l'obiettivo importante per tutti:LA TUTELA DELL'AMBIENTE. Vista così la cosa forse la "digeriamo" più volentieri.
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